La superficie della tela diventa lo spazio circoscritto dove dare vita, attraverso la materia, a forme indefinite, evocative di morfologie verosimili. L’immobilità delle sostanze sospese crea un paradosso di fluidità e movimento.
La materia inerme diventa ‘materia viva’ e racchiude in sè potenziali infinite metamorfosi. Ogni immagine è l’esternazione di suggestioni intime raccontate con un linguaggio polimaterico.
“Il mio lavoro racconta equilibri apparenti. Ogni immagine diventa uno spazio sospeso nel tempo davanti al quale soffermarsi, ritrovare la propria calma interiore oppure riconoscerne la fragilità.
La superficie viene interrotta da materia che irrompe con la sua tridimensionalità. Il movimento che genera rimanda a forme cellulari embrionali in via di sviluppo, qualcosa di incontrollato e incontenibile che trova un punto di frattura per dirompere senza controllo. L’immagine rappresentata congela questo impulso nell’istante stesso in cui avviene lasciando sospeso lo spettatore nell’incertezza della sua evoluzione.
E’ un ossimoro di quiete e tensione che convivono nello stesso luogo.
La ricerca dei materiali rimanda a scenari corporei e terrestri dove la natura viene sopraffatta dall’artificio e viceversa”